LEKORU

Independent Curatorial Project

Pteronura brasiliensis (Gmelin, 1788)

PTERONURA BRASILIENSIS

Pteronura brasiliensis – © Renaud d’Avout d’Auerstaedt

NOME

Pteronura brasiliensis, “lontra gigante”

DESCRIZIONE

La lontra gigante si distingue chiaramente dalle altre lontre per le caratteristiche morfologiche e comportamentali. La sua lunghezza corporea supera quella di qualsiasi specie della famiglia delle mustelidi, sebbene la lontra marina possa essere più pesante. I maschi hanno una lunghezza compresa tra 1,5 e 1,7 m dalla testa alla coda e le femmine tra 1 e 1,5 m. La coda muscolosa dell’animale può aggiungere altri 70 cm alla lunghezza totale del corpo. Il peso oscilla tra i 26 e i 32 kg per i maschi e i 22 e i 26 kg per le femmine.

La Pteronura brasiliensis ha la pelliccia più corta di tutte le specie di lontre; è tipicamente marrone cioccolato, ma può essere rossastra o fulva e appare quasi nera quando bagnata.

La pelliccia è estremamente fitta, al punto che l’acqua non riesce a penetrare fino alla pelle. I peli più esterni che intrappolano l’acqua e mantengono asciutta la pelliccia interna sono lunghi circa 8 millimetri, circa il doppio della pelliccia del mantello interno. Le sfumature di colore bianco o crema che si trovano sulla la gola e sotto il mento sono diverse da un esemplare all’altro e consentono agli individui di essere identificati fin dalla nascita. Le lontre giganti usano questi segni per riconoscersi e, incontrandosi tra simili, si impegnano in un comportamento noto come “periscoping”, mostrando reciprocamente la gola e il petto.

 Il muso della lontra gigante è corto e conferisce alla testa un aspetto a forma sferica. Le orecchie sono piccole e arrotondate. Il naso (o rinarium) è completamente coperto di pelliccia, con solo le due narici a fessura visibili. I baffi (vibrisse), altamente sensibili, consentono all’animale di tenere traccia dei cambiamenti della pressione dell’acqua e delle correnti, aiutando l’animale a individuare le prede. Le gambe corte e tozze si concludono in grandi piedi palmati con artigli affilati. Adattate alla vita acquatica, le lontre possono chiudere orecchie e naso mentre sono sott’acqua.

Vivono in gruppi poco numerosi che spesso si aggregano (a volte se ne contano anche 20 esemplari); tale caratteristica venne notata nel 1840 dallo zoologo R. Schomburg: «nella stessa comunità vi sono lontre di tutte le taglie, apparentemente appartenenti a tre o quattro generazioni successive».

HABITAT/ALIMENTAZIONE

Scomparso l’80% di tutta la popolazione che dimorava nell’America del Sud, la lontra gigante si ritrova ancora in Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Perù e Venezuela. In Argentina la si osserva soltanto nell’area del Parco Nazionale Iguazù ed è quasi estinta nell’Uruguay.

La lontra gigante è nota per abitare in grandi fiumi, torrenti, laghi e paludi (Duplaix 1980, Carter e Rosas 1997). L’ambiente preferito da questa specie è costituito da grandi fiumi di pianura con alta densità di pesci (Schenck 1999) e l’habitat preferito è caratterizzato da sponde fluviali dolcemente inclinate con densa vegetazione sovrastante (Duplaix 1980). A volte, le lontre giganti sono visibili in canali agricoli, bacini idrici di dighe e canali di drenaggio lungo le strade (Ribas et al. 2012). 

La dieta della lontra gigante consiste quasi esclusivamente in pesce, fino a quattro chilogrammi al giorno, anche se, occasionalmente, possono consumare anche caimani e tartarughe (Staib 2005, Ribas et al. 2012, Groenendijk e Hajek 2006). Le abitudini alimentari della Pteronura brasiliensis dipendono fortemente dalle migrazioni stagionali delle popolazioni ittiche (Duplaix 1980).

MOTIVO PERICOLO

Mentre in passato la caccia alle pellicce aveva fortemente influenzato la popolazione della lontra gigante, attualmente la specie è minacciata da molteplici influenze antropogeniche, derivanti dall’aumento dell’insediamento e dell’attività umana: tra essi, la modifica e la distruzione dell’habitat ripariale, la pesca eccessiva, la contaminazione degli ecosistemi acquatici (in particolare a causa dell’estrazione dell’oro, l’esplorazione per la ricerca di combustibili fossili e l’uso di pesticidi e fertilizzanti per le monocolture), le malattie degli animali domestici e il turismo mal gestito (Duplaix 1980, Groenendijk 1998, Schenck 1999, Utreras 2001, Utreras e Tirira 2011).

La costruzione di centrali idroelettriche previste nella regione rischia di essere un grave rischio per questi animali; gli impianti cambieranno l’habitat e altereranno i regimi idrologici dei fiumi a valle, con conseguente impatto sulle popolazioni ittiche.

Le patologie degli animali domestici potrebbero rappresentare una grave minaccia per le popolazioni di lontre giganti selvatiche: i cuccioli di lontra gigante, tenuti in cattività, sono morti per parvovirus canino e tutti i mustelidi sono sensibili al cimurro canino.

Il conflitto lontra/umano sta emergendo come un problema sempre più importante; le lontre possono essere uccise per divertimento o per paura o, più spesso, perché viste come concorrenti da taglialegna, minatori e pescatori, che spesso le incolpano dell’esaurimento delle risorse ittiche utilizzate per il consumo locale e nella pesca commerciale e sportiva ( Gómez e Jorgensen 1999, Recharte et al. 2008, Rosas-Ribeiro et al. 2011, Utreras e Tirira 2011). Essendo diurne e occupando habitat aperti e territori stabili, le lontre giganti sono facilmente visibili e le loro tracce – latrine e tane – sono estremamente riconoscibili.

Infine, non è inusuale che i cuccioli vengano catturati illegalmente per essere tenuti come animali domestici. (Groenendijk et al. 2005).

IUCN: CR – endangered – POPULATION TREND: Decreasing