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Manis pentadactyla (Linnaeus, 1758)

MANIS PENTADACTYLA

Manis pentadactyla – © Sarita Jnawali

NOME

Pangolino cinese

DESCRIZIONE

Il pangolino cinese ha l’aspetto di un formichiere ricoperto di squame. La testa e il corpo misurano circa 40–58 cm e la coda misura circa 25–38 cm. Un pangolino cinese adulto pesa dai 2 ai 7 kg. Ha 18 file di squame sovrapposte accompagnate da peli, bocca piccola e stretta e testa appuntita. I suoi artigli crescono man mano che invecchia. La femmina dà alla luce un solo piccolo alla volta. Un pangolino neonato pesa circa 93 g ed è lungo circa 45 cm.

Il pangolino cinese si riproduce in primavera, quando il clima è caldo. I giovani hanno le squame, che nei primi giorni rimangono morbide, per poi indurirsi successivamente. Sebbene il giovane pangolino possa camminare già dal primo giorno, la madre lo porta sulla schiena o sulla coda. Se la madre si sente minacciata, sposta immediatamente il piccolo sulla pancia con l’aiuto della coda. Sono stati osservati pangolini maschili che consentono alla femmina e al cucciolo di condividere la sua tana.

Sono creature notturne piuttosto schive. Si muovono molto lentamente e sono noti per il loro comportamento non aggressivo. Le loro squame dure funzionano come una copertura protettiva dai predatori e quando si sentono minacciati, si appallottolano in forma sferica. Per ulteriore difesa, possono arrampicarsi sugli alberi.

HABITAT/ALIMENTAZIONE

I pangolini mangiano principalmente insetti, in particolare termiti e formiche. Scavano nei nidi con i grandi artigli anteriori ed estraggono le prede con le lingue lunghe e appiccicose.

Questa specie si trova ai piedi dell’Himalaya in Nepal, Bhutan meridionale, India settentrionale, Bangladesh sud-orientale, Myanmar settentrionale e occidentale, nel Vietnam settentrionale, in parte della Thailandia nord- occidentale, nella Cina meridionale. Inoltre si trova a sud del Changjiang (fiume Yangtze) e su Hainan, Taiwan (Repubblica popolare cinese) e Hong Kong SAR.

Per quanto riguarda la sua popolazione, ci sono pochissime informazioni disponibili sia a livello locale che nazionale o globale, con poche eccezioni. Le prove indicano che la popolazione è in forte calo; un’eccezione è rappresentata da Taiwan, dove si spera che le popolazioni siano stabili e potenzialmente in aumento. La Cina comprende lo stato di diffusione più vasto per questa specie, ma le popolazioni hanno subito un forte declino negli ultimi decenni.

Questa specie si trova in vari habitat, tra cui foreste tropicali primarie e secondarie, foreste di bambù, boschi di latifoglie e conifere, praterie e campi agricoli (Chao 1989, Gurung 1996). La specie scava le proprie tane o allarga i passaggi realizzati dalle termiti (Wu et al. 2005. Newton et al. 2008). I cacciatori in Bangladesh hanno riferito che un pangolino può scavare fino a 15 tane in una sola notte e che le tane possono estendersi fino a 10 m di profondità (Trageser et al. 2017).

MOTIVO PERICOLO

Le minacce principali per la sopravvivenza del pangolino cinese sono sicuramente la caccia e il bracconaggio, per uso locale e internazionale, principalmente guidati dalla domanda che ne viene fatta.

L’uso internazionale comporta il traffico delle specie e dei suoi derivati, ​​nonostante le specie siano incluse nell’appendice I della CITES (Convention on International Trade of Endangered Species), Challender et al. (2015) hanno stimato che tra il 2000 e il 2013 il traffico internazionale di questa specie ha coinvolto potenzialmente circa 50.000 individui, sebbene il numero effettivo tra il 2000 e il 2018 sia più elevato (vedi Challender et al.2019).

In Cina e Vietnam, la carne viene consumata come cibo di lusso, per il quale i consumatori benestanti sono disposti a pagare prezzi molto elevati (Shairp et al. 2016). In entrambi i paesi, viene inoltre utilizzato nella medicina tradizionale, ne viene prescritto l’uso di squame per trattare varie patologie.
Dal 2009 il governo cinese ha rilasciato legalmente in media 26,6 tonnellate di scaglie di pangolino da (presumibilmente) scorte governative (CBCGDF 2016), controllate attraverso un sistema di certificazione. Tuttavia, questo meccanismo è compromesso dal continuo commercio illegale.

Lo sviluppo delle infrastrutture, la perdita e la frammentazione dell’habitat e l’uso di pesticidi costituiscono ulteriori minacce, così come la costruzione di centrali idroelettriche e miniere (soprattutto in Cina).

Taiwan e Hong Kong sono eccezioni, non essendo il pangolino qui minacciato da caccia e bracconaggio. Tuttavia, in questi paesi, le minacce includono la predazione da parte di cani selvatici e la conversione dei terreni per usi antropici.

IUCN: CR – critically endangered – POPULATION TREND: Decreasing