LEKORU

Independent Curatorial Project

Daubentonia madagascariensis (Gmelin, 1788)

DAUBENTONIA MADAGASCARIENSIS (AYE-AYE)

NOME

Aye-aye, o aye aye o aié-aié o chiromio

DESCRIZIONE

L’Aye-aye è un primate nativo del Madagascar. Il primo a descriverlo fu, nel 1775, lo zoologo tedesco Schreiber; verso la metà del XIX secolo, la scoperta dell’aye-aye fu confermata dal naturalista inglese Richard Owen. È l’unico rappresentante vivente del suo genere, della sua famiglia e del suo infraordine (Chiromyiformes): l’aye aye gigante (Daubentonia robusta) è infatti estinto da tempo.

L’aye-aye è un animale simile a un lemure ed è alto circa 90 cm. La femmina pesa 100 g in meno del maschio. Il pelo è lungo, folto, di colore nero o bruno scuro, con sfumature rossicce sul ventre ed un collare bianco-crema attorno al collo. La faccia ha forma triangolare ed è ricoperta da pelo rado, con ciuffi di peli sulle sopracciglia e sul muso: gli occhi sono relativamente piccoli, distanziati, verdastri e dalla pupilla verticale da animale notturno. Ai lati della testa spuntano due grandi orecchie ellittiche di colore nero lucido, anch’esse glabre. La caratteristica principale della faccia è rappresentata dagli incisivi larghi e piatti, estremamente simili a quelli dei roditori, che hanno crescita continua.

HABITAT/ALIMENTAZIONE

L’aye aye è un animale notturno ed essenzialmente arboricolo: passa il giorno riposando in nidi che si costruisce ammassando foglie all’interno di tronchi cavi o alla biforcazione di grossi rami, per poi uscire poco prima del tramonto e appena dopo.

Si tratta di animali onnivori, che mangiano vermi, larve e pupe d’insetti, oltre che materiale vegetale. Le mani sono glabre e possiedono pollici opponibili: le dita sono lunghe, ricurve e dotate di forti unghie, in particolare il terzo dito delle zampe anteriori è poco più di un bastoncino scheletrico ed è lungo fino al triplo rispetto alle altre dita. Con questo “bastoncino” l’aye-aye si procaccia il cibo e lo usa anche per bere: l’animale, infatti, non avvicina mai direttamente la bocca ai fori che pratica nelle uova o nelle noci di cocco, ma vi imbeve prima il dito, per poi portarlo alla bocca per bere.

MOTIVO PERICOLO

Questi primati sono considerati, nella stragrande maggioranza del proprio areale, portatori di sventura e che portino malattie, sciagure o morte. Per questa credenza, vengono cacciati e uccisi perché simbolo di sfortuna o dannosi per i raccolti e le coltivazioni. Altra minaccia è la distruzione dell’habitat, poiché alberi come l’Intsia bijuga e il Canarium madagascariensis – alla base della dieta di questi animali – vengono costantemente tagliati per costruire barche, abitazioni e bare (Iwano e Iwakawa 1988).

IUCN: EN – endangered – POPULATION TREND: Decreasing